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La Corte Suprema del Pakistan ha assolto Wajih-ul-Hassan per mancanza di prove dal reato di blasfemia: l’uomo era stato condannato a morte nel 2002, ma la recente sentenza ha stabilito che l’accusa non è stata in grado di dimostrare la paternità delle lettere alla base dell’incriminazione.

Si tratta di missive che l’uomo era imputato d’aver scritto a un avvocato, Ismail Qureshi, sulla base di una perizia grafologica e di una presunta confessione extragiudiziale, che la Corte Suprema del Pakistan ha sottolineato non essere elementi sufficienti per giungere a conclusioni certe di colpevolezza.

Ultima Voce - Pakistan, Assolto Dopo 17 Anni Nel Braccio Della Morte Per Blasfemia