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Un convegno organizzato dalla Fondazione delle famiglie per la pace mondiale e l'unificazione

 

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RECENSIONE

 

L'importanza del dialogo interreligioso nella cooperazione e del ruolo della donna nella società per la promozione della pace: questi, in sintesi, i temi sui quali si è incentrato il convegno organizzato dalla Fondazione delle famiglie per la pace mondiale e l'unificazione il 1 ottobre  a Roma, in via di Colle Mattia, nell'ambito della Giornata internazionale per la pace indetta dalle Nazioni Unite. Uno sguardo alla crisi, innanzitutto, con una riflessione sui modelli economici; ma il tema principe che ha contraddistinto gli interventi dei relatori è stato la necessità del dialogo tra le religioni, una questione che non potrebbe essere più attuale nel delicato momento storico che l'Europa sta attraversando. Particolarmente emblematica, quindi, la riflessione sul ruolo della donna in una società che cambia e nella quale anche religioni antiche, i cui testi sacri scritti migliaia di anni fa riflettono l'immagine della moglie e madre del tempo, devono riuscire ad esprimere la trasversalità dei valori che contengono proprio valicando ogni possibile stereotipo.

 

“Occorre aiutare le donne a capire meglio il loro valore: uomini e donne sono diversi, ma attraverso la diversità c'è l'incontro, il confronto, la crescita”, ha spiegato Elisabetta Nistri, presidente della Federazione delle donne per la pace, che ha aggiunto: “Ho la profonda convinzione che l'aspetto femminile sia mancato abbastanza nella presenza nella società e nelle posizioni decisionali perché in genere l'aspetto maschile è quello che predomina. Le donne come madri hanno certe caratteristiche naturali che le portano a concepire di più la situazione nell'insieme: sarebbe bello che fossero ascoltate in queste loro caratteristiche per metterle a servizio della società”. “Parliamo di donne: che c'entra con la pace e che c'entra con le religioni? C'è sempre stato questo aspetto in più rispetto a quello istituzionale: a Roma nell'ambito della Consulta delle religioni abbiamo aperto un settore che si chiamava 'Donne di fede'”, ha raccontato Dora Bognandi, presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia. “Incontri straordinari, dove donne di varie fedi religiose s'incontravano insieme: un arricchimento incredibile. Nel 2014 abbiamo realizzato un incontro dedicato anche ai licei e l'abbiamo intitolato 'Un tetto di pergamena': i testi sacri possono proteggerci, ma se vengono usati contro qualcuno sono guai e allora non è più pergamena, diventa piombo. E' un tema che abbiamo pensato di sviluppare insieme perché la fede religiosa può farti arrivare alle cime più alte ma ti può anche distruggere. Anche noi, cristiani evangelici, quando si parla di donne abbiamo situazioni meravigliose, presentiamo donne straordinarie; ma perché poi nella realtà non tutte le donne sono valorizzate come dovrebbero? Perché all'interno stesso delle religioni c'è una disparità di trattamento? Anche in questa società dove ci sono fedi molto forti le donne sono oggetto di stereotipi”.


Ma quali sono oggi le condizioni in cui il dialogo religioso si deve sviluppare? Viviamo in una società tollerante o profondamente chiusa verso le culture diverse da quella maggioritaria? Ne ha parlato Raffaella Di Marzio: “Sono un'insegnante di religione cattolica e mi sono accorta molte volte grazie ai miei ragazzi che in questo paese sono molte le minoranze religiose che purtroppo non godono dei diritti che loro spetterebbero. Mi sono resa conto del fatto che quando un cattolico decide di cambiare religione potrebbe avere problemi molto seri, nella sua famiglia innanzitutto, o con le persone della sua parrocchia, o addirittura nel posto di lavoro perché se aderisce a un gruppo 'strano', che crede in cose 'strane', questo potrebbe essere una setta. Di fronte a questa situazione mi sono messa a studiare questi altri gruppi e da questo studio è maturata un'esperienza fondamentale: la setta è chiunque non ci piace. Questo va combattuto e lo dobbiamo fare noi, che siamo la religione di maggioranza”.